martedì 27 novembre 2012

La cucina di Google stampa pasta in 3D



Google è anche un luogo di lavoro decisamente particolare, dove la vita dei dipendenti si svolge in modo un po' diverso da quello delle solite multinazionali. Uno dei centri nevralgici di Google è, pensate un po', la caffetteria interna, luogo di socializzazione e di scambio di idee. In una intervista Bernard Faucher, cuoco presso le cucine di Google, discute del modo di lavorare di Google, che è diverso anche per i cuochi.
Ad esempio, le cucine di Google sono dotate di una stampante 3D per la pasta, in modo da poterla personalizzare sul momento in termini di forma, così da poter accontentare al volo gli utenti, o assecondare la fantasia del cuoco. Anche questo significa lavorare in un contesto 'green'.

Stampante 3D per riprodurre la cartilagine umana


Abbiamo spesso parlato di stampanti 3D, ma raramente rapportandole al campo medico dove l’attenzione che le riguarda ha a che fare, di solito, con la possibilità di “riparare” parti esterne del nostro corpo, come la pelle o gli arti. Stando a quanto riporta Engadget, però, il Wake Forest Institute for Regenerative Medicine ha appena sviluppato una tecnica che potrebbe andare molto oltre.
Mescolando del gel naturale inserito grazie ad un sistema simile al getto d’inchiostro con filo di polimeri che arrivano da un filatore elettrico, i ricercatori sono riusciti ad ottenere un materiale che potrebbe sostituire le cartilagini ed essere usato, quindi, per impianti di questo genere. Il materiale permetterebbe la rigenerazione delle cellule e sarebbe durevole abbastanza per resistere ad uno uso normale.
Naturalmente, fino ad ora, i test sono stati condotti in laboratorio, ma i ricercatori pensano che non ci vorrà moltp prima che i medici possano iniziare a produrre impianti di cartilagine sintetica per i loro pazienti. Come è facile immaginare, una tecnologia del genere permetterà ai pazienti con lesioni alle articolazioni di guarire meglio e più velocemente. Chi l’avrebbe mai detto che, un giorno, una stampante 3D avrebbe rifatto le nostre ginocchia…

giovedì 22 novembre 2012

App anticontraffazione toner e cartucce



L’incremento del fenomeno della falsificazione di toner e cartucce, sta sortendo i suoi primi effetti presso i grandi produttori di consumabili per la stampa. Lexmark ha lanciato addirittura un’app gratuita che permette di verificare se la cartuccia posseduta sia o meno originale.
Lexmark ID permette di controllare la genuinità di un prodotto Lexmark attraverso il proprio smartphone o il proprio tablet ioS, Android o BlackBerry.
Una volta scaricata l’app basta scansire il codice a barre presente sulla confezione del prodotto posseduto ed attendere la risposta dal sistema.
Per coloro che non possiedono uno smartphone o un tablet è possibile compiere l’operazione di controllo direttamente sul sito Lexmark, inserendo il numero di serie della cartuccia: anche in questo caso il sistema risponderà in tempo reale restituendo all’acquirente la giusta tranquillità per l’acquisto effettuato.

sabato 17 novembre 2012

La stampante a colori colorata


La nuova stampante Epson EP- 804A non ha bisogno di computer e consente di stampare da scheda di memoria o in wifi da iPad o smartphone. Interessante novità della Epson, al momento per il solo mercato giapponese, è la stampante multifunzione stand-alone/scanner EP- 804A. Il dispositivo fa parte della gamma Colorio, una linea trasversale di apparecchi dedicati all'imaging, che comprende consumabili, scanner, photoviewer ed anche una macchina fotografica digitale a telemetro, la R-D1x.
Dotata di connessione Wi-Fi, la macchina permette di stampare da smartphone o iPad messaggi di posta elettronica o documenti; inoltre può scansionare fino a 5760 x 1440 dpi e stampare in diversi formati, dalla cartolina al foglio A4.
La stampante è dotata di slot per schede di memoria (SD, xD e CF), è compatibile con i sistemi Mac, pesa 9 KG ed è disponibile in tre colori: Nera (EP-804A), rossa (EP-804AR) e bianca (EP-80AW).

Xerox e McAfee integrano l’antivirus nella stampante



Xerox e McAfee hanno lanciato un nuovo sistema di protezione contro malware e virus presentando la prima stampante multifunzione con integrato all’interno il software McAfee Embedded Control, un sofisticato metodo di filtraggio che consente l’accesso esclusivo dei programmi autorizzati. Sebbene le minacce malware siano maggiormente associate ai personal computer, in occasione della conferenza sulla sicurezza McAfee Focus 12, Xerox ha evidenziato come qualsiasi dispositivo in rete sia vulnerabile.
L’idea di Xerox e McAffee non è insensata come può sembrare di primo acchito: lo scorso anno alcuni ricercatori della Columbia University avevano dimostrato com’era teoricamente possibile riprogrammare il firmware di alcune Laserjet HP con codice malevolo con l'obiettivo di infettare i computer connessi in rete e, nel peggiore dei casi, distruggere il fusore (l’unità conclusiva dove il foglio è riscaldato per pochi secondi ad alta temperatura in modo da impressionare il toner sulla carta) costringendolo a rimanere a temperature tali da renderlo inservibile o, peggio, da far incendiare il dispositivo e con esso appiccare il fuoco alla scrivania.
La soluzione nata dalla collaborazione tra Xerox e McAfee (sarà disponibile dal prossimo anno con la linea XeroxCentre e i prodotti ColorQube), semplifica i processi a carico degli amministratori integrando il software nel controller del dispositivo multifunzione (ovvero il principale computer presente all'interno della macchina), fornendo avvisi e report immediati finalizzati a tracciare e analizzare il momento e la provenienza di eventuali minacce e attuare azioni appropriate.
Uno studio diffuso dalle due aziende evidenzia la necessità di una sicurezza embedded all'interno di sistemi multifunzione e dispositivi di stampa in rete. Il sondaggio, condotto nei mesi scorsi con lavoratori in ambienti di ufficio, ha messo in luce come, nel complesso, oltre la metà di loro (54%) non segua le policy di sicurezza IT dell'azienda (nel 33% dei casi) o non ne sia addirittura informato (21%), mettendo a rischio la protezione di dati sensibili quali numeri di carte di credito, report finanziari, dati sulle risorse umane e documenti fiscali. L'analisi ha inoltre rivelato che il 39% dei dipendenti che esegue scansioni, fotocopie e stampe di informazioni riservate si chiede, talvolta, se i dati presenti sui dispositivi in rete siano effettivamente sicuri.

venerdì 9 novembre 2012

Euro falsi con stampante e scanner


In tempi di crisi, hanno pensato che “potesse bastare” un computer, una stampante e uno scanner per vivere. Oltre a rotolini d’argento e qualche risma di carta di qualità migliore. Un piccolo investimento utilizzato da due giovani falsari di Assemini (in provincia di Cagliari) per stampare banconote false da 50 euro. Niente filigrana, eppure qualche commerciante è caduto nel tranello. Fino a quando le forze dell’ordine – dopo alcune denunce – li hanno incastrati.

COME IN UN FILM – Trentacinque anni in due, soltanto uno era da poco maggiorenne. Giovani, ma forse poco furbi, dato che in realtà riconoscere quelle banconote non doveva essere così complicato. Scrive Chessa:
Forse non hanno neanche sentito mai parlare del mitico film del 1956 “La Banda degli Onesti”, dove un esilarante Totò e un altrettanto spassoso Peppino De Filippo si cimentavano come improbabili falsari. Ma in questo caso niente cliché, né carta filigranata o la storica macchina piana per stampare, tanto cara ai tipografi di un tempo. No, loro si facevano bastare poco. 
TECNOLOGIA – Con un “investimento” modesto (tra i 40 e i 60 euro, compreso il costo delle cartucce d’inchiostro) si sono trasformati in spacciatori di banconote false. Per l’esattezza, quelle da cinquanta euro. Di certo simili, ma mancava un dettaglio di non poco conto: in basso a destra delle copie, mancava il “bollino” in rilievo color argento che – oltre al filo inserito al centro – caratterizza quelle reali. Si legge:
Ed è lì che sembra aver dato il meglio di sé l’inventiva di Diego Nicolas Mattana, 18 anni, studente in un istituto tecnico, al pari del suo amico di sempre e presunto complice non ancora maggiorenne: infatti con un rotolino di carta-alluminio adesiva color argento hanno cercato di imitare al meglio (ritagliandolo un po’ maldestramente) il “bollino” in filigrana poi appiccicato sulle banconote fai da te, delle quali a quanto pare sono riusciti a spacciarne almeno tre, acquistando ricariche telefoniche, sigarette e qualche “gratta e vinci”.
LE DENUNCE – Dopo aver raccolto le prime segnalazioni sullo spaccio delle banconote fasulle, i carabinieri hanno cominciato a indagare. Prima di coglierli sul fatto:
“Domenica pomeriggio la fortuna ha dato una mano agli uomini dell’Arma, che a quanto pare avevano già messo gli occhi addosso ai due baby-falsari, ipotizzando però che fossero solo dei “galoppini” agli ordini di qualche balordo ben più navigato. Quando li hanno fermati per un normale controllo i carabinieri non sapevano certo che dal portafogli di Diego Nicolas Mattana sarebbero saltate fuori quattro banconote da cinquanta euro taroccate. Poi l’immediata perquisizione dell’appartamento e il ritrovamento di altre tre banconote false e dell’attrezzatura della loro artigianale (si fa per dire) stamperia.
ARRESTATO – Il giovane diciottenne – colto in flagranza di reato – è stato così arrestato, mentre il diciassettenne è stato denunciato alla procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori con la stessa ipotesi di reato. Anche se per i carabinieri della Compagnia di Cagliari l’indagine non è ancora conclusa, perché non è escluso che altri li abbiano emulati: “Il fenomeno della falsificazione è in costante aumento, per cui continuano i controlli”, ha concluso il comandante Paolo Floris.

mercoledì 7 novembre 2012

Problema: admin codificato nelle stampanti Samsung



Alcune stampanti Samsung contengono un account admin "segreto" accessibile via rete, una "funzionalità" potenzialmente molto pericolosa sia per la stampante stessa che per gli altri sistemi connessi alla LAN locale.
A comunicare l'esistenza del problema è lo US CERT: non vengono forniti particolari dettagli sui dispositivi affetti dal problema, e Samsung si è limitata a indicare che tutte le stampanti distribuite prima del 31 ottobre scorso contengono l'admin incriminato. Coinvolte anche alcune unità marchiate Dell ma prodotte da Samsung stessa.
L'account admin codificato nelle stampanti del colosso coreano è accessibile tramite una "community string" con pieni privilegi di accesso in lettura e scrittura tramite protocollo di rete SNMP. La stringa è stata poi resa pubblica ("s!a@m#n$p%c"), e l'account admin resta attivo anche nel caso in cui il servizio SNMP fosse disabilitato dall'interfaccia di controllo della stampante.
In attesa della patch salvifica promessa da Samsung, gli utenti e gli amministratori di rete possono contemplare l'elenco dei rischi potenziali corsi dai dispositivi affetti dal problema: un account SNMP con privilegi di amministratore come quello appena individuato potrebbe portare alla compromissione non solo delle informazioni comunicate da e alla stampante, ma potrebbe anche permettere l'esecuzione di codice malevolo da remoto diretto all'attacco degli altri dispositivi (PC, ad esempio) connessi in rete.