Più che un’applicazione pratica è un interessante esperimento pubblicato sul sito Instructables, famoso per la presentazione delle idee più interessanti e bizzarre dal mondo del fai da te. L’ideatrice di questo progetto è la ventitreenne Amanda Ghassaei che, probabilmente, nella sua esistenza non ha potuto vivere l’emozione del vinile sul piatto del giradischi e per questo ha deciso di colmare la lacuna ricreandoli con una stampante 3D.
La qualità del risultato, vale la pena sottolinearlo subito, è ancora modesta perché – come spiega bene Amanda – la risoluzione della migliore stampante 3D capace di creare un classico disco da 12 pollici è di soli 600 punti per pollice e la definizione del microsolco del vinile a 33 giri richiede un ordine di grandezza in più per arrivare alla qualità dei vinili prodotti industrialmente. I risultati si possono ascoltare nel video preparato da Amanda per documentare i suoi risultati. Chiudendo gli occhi si potrebbe pensare alla riproduzione da un cilindro fonografico dei primi del ‘900, ma difficilmente Edison avrebbe potuto registrare le canzoni di Nirvana, Pink Floyd, Radiohead e Joy Division.
I 33 giri realizzati da Amanda sono disponibili in formato STL – quello utilizzato dalle stampanti 3D professioniali e domestiche – su due siti: 123D Gallery e The Pirate Bay, ma solo chi dispone di una stampante 3D con le caratteristiche di una Objet Connex 500 può cimentarsi nella stampa di questi modelli e ottenere un disco che può essere messo sul giradischi senza rischiare di distruggere il cantilever del pickup fonografico.
Il procedimento per realizzare i propri 33 giri è stato documentato e messo a disposizione di chi volesse, sul sito Instructables, sotto forma di programmi gratuiti e script, con la preghiera di condividere con gli altri il risultato generato – ovvero i modelli stampabili - sui siti indicati. La comunità degli sperimentatori ha gradito molto questo progetto, ma c’è già qualcuno che pensa che il mondo dei discografici e delle major troverà in questo esperimento un ulteriore motivo per portare avanti la crociata del diritto d’autore anche bloccando con il Digital Rights Management le stampanti 3D, colpevoli di replicare senza controllo ormai troppe cose, anche soggette a proprietà intellettuale.
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